ESSERE ARBITRO: LUCA MASSIMI A CASTELFRANCO

Pubblicato da Giacomo Azzari il

ESSERE ARBITRO: LUCA MASSIMI A CASTELFRANCO

«Che cos’è per te essere arbitro?» – Inizia da una domanda la serata di Luca Massimi a Castelfranco: l’arbitro molisano rivolge l’interrogativo apparentemente banale (ma che in realtà nasconde una consapevolezza maturata in un percorso che l’ha portato dai campi della provincia di Campobasso fino agli stadi di Serie A) agli associati castellani di ogni categoria. «Per me è un percorso – continua – ed è quello che voglio percorrere con voi stasera».

La Riunione Tecnica Obbligatoria tenuta dal collega di Termoli verte proprio sul significato di arbitraggio: si parte dalla protezione del gioco e dell’incolumità dei giocatori, poi si passa alla precisione tecnica e disciplinare. «Tra niente e giallo o tra giallo e rosso ci sono delle zone grigie – spiega Luca Massimi – cioè delle zone nelle quali a decidere deve essere il vostro istinto: vanno bene i criteri, è giusto saperli, ma non dimenticate di ascoltare l’emozione».

L’arbitraggio secondo l’arbitro promosso nell’organico di Serie A e B nel 2020 però dev’essere sinonimo anche di salvaguardia dell’arbitro (o meglio «save the referee, usando l’inglese affinché resti più impresso»), che deve imparare a leggere le partite per evitare situazioni spiacevoli ai suoi danni e a riconoscere le zone più «calde» del terreno di gioco, dove un fischio in più diventa determinante.

Nella presentazione di Massimi trova spazio anche l’attenzione da dedicare a condizione fisica e spostamento, due temi sempre cari ad ogni arbitro e che Massimi ha potuto affrontare con gli associati di Castelfranco già prima della Riunione stessa: ha partecipato infatti ad un allenamento congiunto di tutta la Sezione, che ha visto la partecipazione di una cinquantina di associati appartenenti ad Organi Tecnici Sezionali, Regionali e Nazionali. 

La Riunione continua con una riflessione assimilabile ad una partita: durante una gara l’arbitro è accompagnato da due assistenti, con i quali deve esserci una collaborazione efficacie: «sono due paia di occhi in più; se sono scarsi loro, è scarso anche l’arbitro» – scherza Luca Massimi per sottolinearne però la vera importanza. E il ruolo dell’arbitro non è da meno: «deve rimanere concentrato, consapevole del fatto che la possibilità di sbagliare esiste per tutti, ma sempre pronto a decidere». 

Infine, Massimi termina la Riunione con due riflessioni che apparentemente si allontanano dal filo conduttore della serata fino a quel momento. La prima riguarda il tempo, l’importanza di capire in fretta cosa sta succedendo e saper agire di conseguenza: «in un Mondo che corre sempre più veloce, avete circa 7 secondi per lasciare il vostro segno». Poi passa all’importanza, oltre ad essere arbitri, di essere uomini: «uomini onesti, con sé stessi prima di tutto, nell’arbitraggio e nella vita; uomini che sappiano gestire un fallo di mano (il contatto più difficili da valutare sul terreno di gioco); uomini che siano umani, che sappiano porgere la mano e stringerla quando il prossimo è in difficoltà, che sappiano essere amici». 

In una parola, prima di essere arbitri di Serie A è necessario essere uomini di serie A.