L’olimpionica Martina Favaretto a Castelfranco

Pubblicato da Silvia Lucchesi il

Non solo calcio, non solo arbitraggio: per la Riunione Tecnica di lunedì 30 settembre è stata ospite a Castelfranco la schermitrice Martina Favaretto, argento nel fioretto femminile a squadre alle Olimpiadi di Parigi 2024. Non si è parlato di tecnica dunque, ma di sport ad alti livelli, obiettivi, allenamento e, soprattutto, emotività.

La capacità di gestire l’ansia prima e durante la gara è infatti fondamentale in qualsiasi sport, se si desidera arrivare ad alti livelli. “Fino a un certo punto l’ansia ti aiuta, ti dà più cattiveria agonistica, ma se diventa troppa perdi la concentrazione e le cose si complicano parecchio”. Ci si è dunque focalizzati sulle modalità di gestione dell’ansia: “Ognuno ha i suoi metodi – ha detto Martina – io, per esempio, cerco di isolarmi dall’ambiente e di motivarmi, specie quando c’è tanta confusione e gli altri cercano anche di distrarmi; prima della gara, ci sono poi dei piccoli rituali che metto in pratica che mi aiutano a rimanere più calma e concentrata”.  Ovviamente, in una gara come in una partita può capitare l’errore: “Se si sbaglia, non ci si deve assolutamente focalizzare sull’errore, altrimenti si può fare solo di peggio da lì in poi”.

Poi, spazio all’esperienza olimpica: in modo particolare, ci si è focalizzati su quale sia la mentalità che deve avere chi arriva a competere alle Olimpiadi, che è molto simile a quella che dovrebbe avere l’arbitro che punta ad arrivare in Serie A: “Da quando ho iniziato, mi sono sempre data degli obiettivi. Essi però non vanno presi come un traguardo, ma come un punto di partenza: vinco una gara importante? Ce n’è sempre una di più importante che arriverà”. Non bisogna, insomma, mai sentirsi appagati, ma è necessario avere sempre voglia di migliorarsi e fame di risultati.

Come in tutti gli sport, può succedere che ci siano momenti no, in cui si ha voglia di mollare tutto. Ha senso, però, buttare all’aria tutti i sacrifici fatti da quando si è iniziato? Proprio su questo si è concentrata Martina: “Quando ho il momento no e vorrei mollare tutto, c’è sempre il mio preparatore atletico che mi sprona ad andare avanti, a non mollare, e poi penso che non è giusto buttare sedici anni di sacrifici”.

L’ospite ha anche ribadito l’importanza di fare gruppo e di allenarsi assieme: “Spesso mi alleno con coloro che magari hanno appena iniziato, perché loro possono imparare da me, ma anche io imparo da loro. Quando fanno qualcosa di inaspettato, magari anche sbagliando, mi insegnano qualcosa”.

Il presidente sezionale Badoer ha così ringraziato la schermitrice: “Sono sicuro che molti faranno tesoro dell’esperienza che ci hai raccontato. Anche se veniamo da mondi diversi, la strada per fare bene è sostanzialmente la stessa”. Effettivamente, tanti sono gli spunti forniti da Martina Favaretto che hanno portato i molti arbitri castellani presenti a riflettere, con la voglia, fin dal giorno dopo, di impegnarsi ancora di più per raggiungere i propri sogni.

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