Federico Dionisi a Castelfranco per insegnare a sbagliare meglio
Pubblicato da Giacomo Azzari il
Federico Dionisi a Castelfranco per insegnare a sbagliare meglio
Ogni anno, all’inizio della Stagione Sportiva, il Comitato Nazionale dell’AIA sorteggia degli associati del massimo Organico Nazionale, per inviarli in visita alle 207 Sezioni dell’Associazione: è così che è stato sorteggiato Luca Massimi, della Sezione di Termoli, che lo scorso 23 febbraio è stato in visita alla Sezione di Castelfranco Veneto, in un’entusiasmante Riunione Tecnica dopo essersi allenato con gli associati.
Poi c’è qualcosa che va oltre il caso, oltre i sorteggi e oltre i regolamenti. Qualcosa che si fonda sull’amicizia che nasce condividendo un percorso, come quello arbitrale, qualcosa di cui, benché se ne senta parlare da prima di iscriversi al corso arbitri, ci si accorge solo dopo qualche anno di anzianità e si vive quotidianamente nella Sezione di appartenenza, indipendentemente dalla categoria o dal ruolo. È questo sentimento ad essere motore per Federico Dionisi, Associato della Sezione AIA de L’Aquila, sorteggiato a inizio anno per una Riunione Tecnica a Adria, a scegliere di fermarsi un giorno in più in terra veneta per far visita alla Sezione di Castelfranco Veneto e al Presidente, nonché suo amico, Nicola Badoer: con lui, e con lo stesso Luca Massimi, l’abruzzese ha condiviso alcuni anni in Commissione Nazionale C, stringendo quell’amicizia indissolubile tipica dell’Associazione che permane nonostante il tempo e la distanza.
Inizia da questa amicizia anche la Riunione Tecnica condotta dall’ospite: «in vent’anni di arbitraggio, i ricordi migliori che ho sono fuori dal campo» sentenzia, sottolineando quanto per lui la cosa più bella dell’Associazione stia proprio nello stare insieme.
Ma il campo non è certamente di secondaria importanza: l’Arbitro «deve entrare sul terreno di gioco e divertirsi a decidere». È una responsabilità non banale, e per affrontarla con serenità Dionisi riparte dal testo del Regolamento del Giuoco del Calcio, Regola 5, paragrafo 2: «l’Arbitro decide al meglio delle sue capacità» – insomma, nessuno è infallibile. Ma allora, come rapportarsi all’errore?
Dionisi innanzitutto si sofferma sulla necessità di aver la forza di decidere nonostante il rischio (e eventualmente la paura) di sbagliare, non rendendosi conto che «è molto più importante decidere, sapendosi assumere il rischio di sbagliare, che non sbagliare mai». E qualora in campo ci si rendesse conto di aver probabilmente sbagliato, si continui a arbitrare, come nulla fosse successo, e anzi, con voglia di fare sempre meglio: «I migliori spezzoni delle mie partite in A sono dopo un controllo al VAR, praticamente dopo essere ritornato su una decisione che avevo preso in maniera errata».
Per di più perchè sbagliare, spiega Dionisi agli associati castellani «è una grandissima opportunità di crescita, nulla ci rimane impresso quanto un errore che commettiamo noi stessi». Quest’opportunità va però certamente sfruttata: bisogna avere capacità e l’umiltà di riconoscere l’errore, da una parte, e dall’altra lavorare sul come mai si è giunti a commettere tale errore. L’arbitro di Serie A usa una citazione di Thomas Edison per esprimere meglio questo secondo concetto: «Non ho fallito 2000 volte nel fare una lampadina, semplicemente ho trovato 1999 modi su come non va fatta una lampadina».Un’importante lettura dell’importanza dell’errore, che mette in luce la «necessità di trovare una “strada maestra” che su 100 volte 95 faccia prendere la scelta giusta» spiega Dionisi con queste parole di Renato Faverani.
La Riunione continua e si conclude con l’analisi di alcuni video di episodi dell0 stesso Federico Dionisi, che rimarca così l’importanza e la necessità di interiorizzare i propri errori. Gli associati di Castelfranco diventano dunque protagonisti in una analisi interattiva di episodi sui più vari aspetti: dalla coerenza tecnica alla gestione delle recidività nei falli, o di episodi di mass-confrontation. Un’analisi che anche se non tratta errori degli stessi associati, lascia loro gli importanti insegnamenti che essi hanno dispensato al collega di Serie A.